La vulnologia è una disciplina della medicina che studia e tratta le ulcere cutanee croniche. Nei paesi anglosassoni viene definita ‘’Wound Care,, l'etimologia della parola viene dal termine latino “vulnus” che significa ferita.
E’ lo specialista di queste malattie, anche se la sua figura operativa non è ancora codificata dalla medicina generale e specialistica. La Visita vulnologica ha come obiettivo la presa in carico globale del malato attraverso:
• La diagnosi ed il trattamento della causa e della lesione;
• L’istruzione del paziente e dei parenti alla corretta gestione della lesione;
• La contestuale identificazione delle patologie associate che possono interferire con il processo di guarigione (ad esempio: malnutrizione, obesità, insufficienza vascolare, diabete etc.).
E’ una perdita di tessuto superficiale della cute e il processo fisiologico di riparazione ( riepitelizzazione ) non è in grado, per diversi fattori, di rigenerare la pelle. L’ ulcere cutanee sono una lesione cronica della pelle, con perdita di tessuto, che si forma quando una ferita non guarisce spontaneamente. È una condizione molto frequente soprattutto negli anziani e nei pazienti affetti da malattie vascolari e cute fragile.
• Colpiscono 1-2% della popolazione adulta in prevalenza anziani con maggiore incidenza nelle classi sociali meno agiate con punte del 3,6% nella popolazione oltre i 65 anni, 4,8% fino ai 90 anni.
• L’ETA’ è il primo fattore che modifica la prevalenza di questa patologia con un aumento direttamente proporzionale all’aumento dell’età del soggetto. La prevalenza prima dei 65 anni donne/uomini è di 1:1, dopo i 65 anni donne/uomini è di 4:1
• Peggiorano la qualità di vita lavorativa e relazionale della persona che ne è affetta
• Recidivano ad un anno dal 25% al 75%
• Elevato costo sociosanitario
Le ulcere si distinguono in acute e croniche a seconda della durata del processo infiammatorio solitamente colpiscono gli arti inferiori.
Forme di ulcerazione cutanea più comuni sono:
• l’ulcera da decubito o da pressione;
• l’ulcera diabetica del piede;
• l’ulcera vascolare (ulcera venosa, ulcera varicosa, da stasi, arteriosa, mista);
• Ulcere cutanee legate a neoplasie
Le ulcere cutanee vascolari insorgono solitamente agli arti inferiori in seguito di un trauma anche modesto che innesca una perdita di tessuto. Le ulcere vascolari sono determinate da un'alterazione nel flusso sanguigno e nell'ossigenazione dei tessuti per presenza di un danno ostruttivo aterosclerotico a livello dei vasi arteriosi dell’arto o in presenza di varici o di entrambe le situazioni Altre cause di ulcerazione cutanea sono i tumori epiteliali, malattie autoimmuni con coinvolgimento vascolare. Nei pazienti diabetici la presenza di un ulcera al piede configura un quadro che viene definito come ‘’Piede diabetico,,. Le ulcere diabetiche hanno un'origine neuropatica o più spesso neuroischemica.
Nelle ulcere da decubito o da pressione, le lesioni sono causate dalla mancanza di un adeguato afflusso di sangue. Generalmente si manifestano in pazienti anziani, defedati ed allettati per un lungo periodo. Sono più spesso localizzate a livello del fondo schiena nella zona lombosacrale, ai fianchi o ai talloni.
Il sintomo comune di tutte le ulcerazioni è il dolore, legato all'esposizione degli strati profondi dell'epitelio, al processo infiammatorio e irritativo determinato dalla maggiore sensibilità a traumi meccanici e chimici, oltre alla frequente presenza di complicanze infettive.
Le ulcere cutanee si presentano con sintomi che includono:
• Dolore persistente ;
• Gonfiore (edema);
• Arrossamento;
• Sanguinamento.
La prevenzione delle ulcere si attua seguendo uno stile di vita sano che comprende un'alimentazione equilibrata, ricca di fibre, frutta e verdura, una adeguata idratazione, esercizio fisico moderato e regolare. Bisogna evitare il fumo e l'abuso di alcolici. Si raccomanda di mantenere la cute sempre idratata utilizzando gli appositi unguenti auto idratanti. Soprattutto curare le malattie che ne hanno provocato l’insorgenza. Effettuare rutinariamente controlli presso il proprio medico o lo specialista vulnologo.
Sarebbe opportuno se l’ulcera non guarisce fare una valutazione specialistica da un medico chirurgo vascolare o vulnologo il quale dopo un attenta raccolta della sua storia clinica ed una visita le potrà richiedere un esame Ecocolor doppler e degli esami del sangue. Questo esame solitamente viene eseguito contestualmente alla visita.
Solo una volta effettuata la diagnosi della natura di ulcerazione verranno impostati i dovuti trattamenti.
Il trattamento delle ulcere dipende dalla causa individuata durante la diagnosi e dalle condizioni locali dell’ulcera stessa.
Il trattamento dovrà essere personalizzato sul paziente in quando sono innumerevoli i fattori che influenzano la non guarigione di un ulcera.
Da un lato vengono consigliati i medicamenti da utilizzare nella cura locale dell’ulcera dall’altra quali terapie sistemiche dovranno essere assunte legate alla causa dell ’ulcera alla sua sintomatologia e alle malattie concomitanti nel paziente.
Ecco perché è importante una valutazione da parte di uno specialista in attesa di una visita le ulcere cutanee localmente vanno trattate con soluzioni antisettiche e protette dall’ambiente circostante tramite garze sterili.
La definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che il piede diabetico è “la condizione di infezione, ulcerazione e/o distruzione di tessuti profondi, associate ad anomalie neurologiche e a vari gradi di vasculopatia periferica degli arti inferiori“.
Le lesioni del piede diabetico rappresentano una delle complicanze più invalidanti e con il più alto costo sociale ed economico. Il piede diabetico è la prima causa di ricovero nei diabetici nel nostro paese. Il diabete, infatti, può causare il restringimento o l’occlusione delle arterie degli arti inferiori riducendo in modo critico l'apporto di sangue e di ossigeno agli arti inferiori, in particolare ai piedi. Il 6,2% della popolazione italiana è affetto da diabete mellito; di questi, più del 25% sviluppa, nel corso della propria vita, problemi ai piedi e nel 15% dei casi si tratta di un evento ulcerativo. Nella popolazione occidentale, più dell’80% delle amputazione non traumatiche viene eseguito su pazienti diabetici e l’ulcerazione del piede è considerata la prima causa che può portare all’amputazione.
Il 90% delle amputazioni effettuate nella popolazione diabetica per problemi infettivi o ischemici, sono precedute da una lesione ulcerativa.
La frequenza e la gravità del piede diabetico variano da una serie di condizioni sociali, economiche, igieniche, ma l'incidenza annuale delle ulcere del Piede varia da 2-4% e oltre. Due terzi dei pazienti con ulcere al piede guariscono, mentre per un terzo può essere necessaria l'amputazione e la maggior parte di queste amputazioni è preceduta da una lesione.
Diversi sono i fattori di rischio e le caratteristiche che aumentano la possibilità di sviluppare questa patologia nei pazienti diabetici. Tra queste la Neuropatia periferica che comporta una riduzione della sensibilità al tatto, alterata percezione del caldo e freddo , oltre ad una particolare loro secchezza accompagnata da sensazioni di bruciore e crampi, queste condizioni portano a trascurare ferite e infezioni.
È importante ricordare come dopo circa 20 anni di malattia diabetica, più del 60% dei pazienti mostra una vasculopatia diabetica.
La vasculopatia diabetica periferica:si manifesta per un processo di aterosclerosi precoce e più aggressiva agli arti inferiori. Nel soggetto diabetico è una delle manifestazioni più frequenti e si caratterizza per la sua rapidità di evoluzione nello sviluppo delle complicanze croniche. È prevalentemente localizzata ai vasi sotto il ginocchio e del piede ed è bilaterale. Le pareti dei vasi arteriosi molto spesso sono calcifiche e con una prevalenza di occlusione delle arterie rispetto alle stenosi. La vasculopatia periferica rappresenta l’unico fattore indipendente di amputazione nei soggetti diabetici clinicamente evidente.
La neuropatia diabetica, la riduzione della circolazione arteriosa agli arti inferiori, calzature non opportunamente indossate e sviluppo di lesioni da conflitto, la deformità a carico delle dita, del piede o della caviglia ma anche il fumo di sigaretta portano alla comparsa del piede diabetico.
La conclusione di questo perverso itinerario può essere l’amputazione, ma la vicenda è prevenibile con l’osservazione e la cura periodica delle estremità inferiori e con interventi precoci atti a disostruire le arterie compromesse, ripristinando un circolo periferico accettabile.
I programmi di prevenzione delle lesione del piede rappresentano quindi un punto importante per evitare il rischio amputativo.
In caso di diabete, e in presenza di segnali e sintomi sospetti, è quindi molto importante consultare subito il proprio medico che vi invierà dallo specialista. Una diagnosi veloce del piede diabetico, infatti, permette di mettere in atto gli accorgimenti necessari, per evitare il peggioramento di questa patologia.
Il sintomo più evidente è la perdita di sensibilità nei piedi, con assenza di risposta agli stimoli termici, tattili e dolorifici degli arti inferiori.
I sintomi e le conseguenze del piede diabetico sono leggermente diversi nel caso di piede neuropatico o ischemico.
Nel caso di piede neuropatico, essendo avvenuta un’alterazione nervosa, si verifica una perdita graduale della sensibilità termica, tattile e dolorosa. Il malato non è più in grado di avvertire gli stimoli dannosi per il piede, come un caldo eccessivo, oppure una scarpa troppo stretta, così non si accorge nemmeno dei possibili danni che si stanno verificando. Il paziente colpito da neuropatia diabetica, non rendendosi conto tempestivamente di lesioni della pelle, può quindi incorrere in piaghe e infezioni che, se trascurate, possono diffondersi ed evolvere in necrosi dei tessuti.
Nel caso di piede ischemico, i danni sono provocati invece da una cattiva circolazione del sangue negli arti inferiori. Si formano delle placche di colesterolo sulle arterie, che tendono a restringere il lume (la cavità centrale), riducendo l’apporto di ossigeno ai tessuti. La conseguenza è una vasculopatia ostruttiva periferica, che dà luogo a un’ischemia. Si verificano quindi lesioni ulcerative, dovute a un insufficiente nutrimento per i tessuti male irrorati dai vasi così ostruiti. Quando la circolazione sanguigna è compromessa, il piede non riesce a reagire a condizioni come freddo, tagli o infezioni, diventando più predisposto ad alterazioni della forma e a secchezza cutanea che porta a lesioni.
Tra i sintomi più comuni ricordiamo:
La complicanza più comune e diffusa dovuta al piede diabetico sono le lesioni ulcerative, che si sviluppano solitamente nelle dita o nell’area plantare dei piedi. A loro volta, queste ulcere possono provocare la cancrena nell’arto colpito, ovvero la morte e la decomposizione del tessuto, a causa dell’interruzione del flusso di sangue a quella parte del corpo.
Ecco perché queste ulcere possono essere più o meno pericolose a seconda del grado di arteriopatia: meno sangue ricevono gli arti, più difficile sarà la cicatrizzazione e più alto il rischio di cancrena. Potrebbe infatti innescarsi un circolo vizioso, che porta e continue emorragie o infezioni. Se non trattata adeguatamente, l’infezione può diffondersi ai tessuti sottostanti, tra cui le ossa (osteomielite).
L’infezione di un’ulcera aperta è la complicanza più grave del piede diabetico: è questa la causa della maggior parte delle amputazioni, con perdita di tutto il piede. Sempre secondo stime dell’Oms, più del 50% di tutte le amputazioni maggiori sono eseguite su pazienti diabetici e nell’84% dei casi sono dovute a un’ulcera del piede che non guarisce e si aggrava.
Infine, non dobbiamo dimenticare che il piede diabetico è considerato un indicatore molto significativo di malattia cardiovascolare, che ha effetti molto negativi anche su cuore e cervello. Si tratta in effetti di un vero e proprio sintomo di una malattia cardiovascolare più diffusa, che può mettere a rischio di cardiopatia ischemica.
Le lesioni del piede diabetico possono essere di origine neuropatica, ischemica o mista e si suddividono in:
L'obiettivo di cura è la guarigione e si raggiunge attraverso:
Se l’ulcerazione è ischemica il paziente dovrà essere rivascolarizzato attraverso un intervento di tipo endovascolare o con un bypass.In attesa della rivascolarizzazione l'obiettivo sarà di stabilità della lesione, utilizzando medicazioni che controllino la carica batterica, in caso di necrosi è sconsigliato l'uso di idrogeli e collagenasi per rimuovere il tessuto necrotico, dopo la rivascolarizzazione l'obiettivo può cambiare a seconda dell'esito dell'intervento. Con esito positivo l'obiettivo sarà la guarigione, con esito negativo l'obiettivo sarà di stabilità.
La medicazione deve avere alcune caratteristiche peculiari, deve:
Una consulenza specialistica per un attento esame della condizione clinica è necessario per comprendere la gravità della situazione. Esiste, inoltre, una stretta correlazione tra piede diabetico e malattie cardiovascolari. Spesso la patologia rappresenta il sintomo più evidente di una malattia cardiovascolare diffusa che può coinvolgere non solo le arterie dell’arto inferiore, ma anche le coronarie, mettendo a rischio di infarto cardiaco il paziente.
Esami del sangue di routine o specifici per determinare la presenza di un infezione, di insufficienza renale, radiografie per scoprire i danni causati alle ossa, ecodoppler per valutare le condizioni del sistema circolatorio agli arti inferiori, sono alcune delle analisi necessarie per una valutazione approfondita della situazione.
Una volta effettuata la diagnosi di piede diabetico neuropatico, ischemico o misto , si valuta il miglior trattamento in base al quadro clinico. Si va dalle medicazioni, a seconda dello stato della lesione, al trattamento chirurgico o dell’ischemia per correggere i deficit circolatori. Altresì può essere necessaria una terapia antibiotica, l’utilizzo di dispositivi che permettono uno scarico delle pressioni patologiche a livello del piede con gambaletti gessati o calzature da medicazione, o ancora il controllo della glicemia che permette una più facile guarigione.
. Un approccio multidisciplinare. Diabetologo, chirurgo vascolare, radiologo interventista, ortopedico, cardiologo, chirurgo plastico ricostruttivo, permettono di gestire in maniera specifica e coordinata l’intervento sulla persona affetta da piede diabetico. Il confronto costante tra i diversi specialisti permette di valutare al meglio tutte le caratteristiche e di analizzare in maniera completa l’aspetto vascolare e quello infettivo.
Per trattare, ma anche prevenire, l’insorgenza del piede diabetico, è importantissimo prestare molta attenzione ai piedi, senza mai sottovalutare i problemi. Infatti, da lesioni apparentemente insignificanti possono scaturire situazioni molto serie. Per questo motivo, in caso di sintomi sospetti, è preferibile evitare di curarsi da soli ma rivolgersi al proprio medico.
Oltre al controllo costante della glicemia, ci sono alcuni accorgimenti di igiene del piede che puoi adottare:
Ovviamente, è importante agire alla base, ovvero evitare l’insorgenza di malattie metaboliche come il diabete. Uno stile di vita sano, fatto di attività fisica regolare e di una corretta alimentazione che permetta un buon controllo della glicemia e degli altri fattori di rischio cardiovascolare, riduce la possibile insorgenza di piede diabetico.
Dal momento che il piede diabetico è una complicanza del diabete, l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale, per evitare il peggioramento di entrambe le patologie.
La dieta per i diabetici deve essere limitata nel consumo degli zuccheri (in particolare quelli semplici) e dei grassi saturi. Molto importante è anche che la dieta quotidiana sia ricca di fibre (che permettono un assorbimento più lento degli zuccheri, controllando la glicemia nel sangue) e accompagnata da regolare attività fisica.
Il paziente diabetico deve cercare di essere regolare nei pasti, così da mantenere il livello della glicemia il più stabile possibile, e di controllare l’indice glicemico degli alimenti che porta in tavola. Con indice glicemico, si intende la capacità di un determinato alimento che contiene zuccheri di innalzare la glicemia a seguito della sua assunzione. Ad esempio, riso e pasta hanno più o meno lo stesso contenuto di zuccheri, ma gli amidi del riso si assorbono più facilmente, facendo salire l’indice glicemico. Conoscere l’indice glicemico degli alimenti è fondamentale per un diabetico, perché permette una migliore scelta alimentare.
Una corretta igiene quotidiana per ispezionare i piedi può aiutare a scoprire eventuali lesioni precoci di cui si rischia di non accorgersi. La pelle deve essere mantenuta elastica con creme non profumate e senza alcool, applicata su collo del piede e pianta ma non tra le dita. I pazienti diabetici possono avere difficoltà a trattare le unghie: in tal caso è utile consultare un podologo specializzato. Utilizzare calzature adeguate ed evitare il fumo di sigaretta sono ulteriori accorgimenti da adottare.
Si può quindi prevenire il piede diabetico seguendo alcune linee guida:
Il modo migliore per prevenire il piede diabetico è monitorare la patologia originaria per cui sono importanti i controlli medici regolari, che permettono di accorgersi immediatamente di eventuali manifestazioni di complicanze.
Il piede diabetico infetto è la più grave complicanza dell'ulcera diabetica e si divide in piede infetto acuto e cronico.
Piede diabetico infetto acuto è un piede caratterizzato da:
È un'urgenza chirurgica e il trattamento deve essere tempestivo, se il paziente non è inserito in un team multidisciplinare che ne prevede l'intervento immediato, deve essere indirizzato al P.S. per il drenaggio delle raccolte infette e le terapie mediche che ne derivano.
Piede diabetico infetto cronico è un piede che presenta un'ulcera i cui segni di infezione locale - quali dolore, calore e arrossamento - sono molto più attenuati, per cui bisogna valutare attentamente tutti gli altri possibili segni di infezione:
Il piede diabetico infetto può essere affetto da osteomielite, una complicanza che colpisce l'osso e mantiene attivo il focolare dell'infezione evitando che la lesione guarisca, può succedere che la lesione guarisca, ma a breve si riapre senza una causa apparente, in questi casi il medico indaga radiologicamente il piede per escludere/confermare la presenza dell'infezione, la sua gestione clinica prevede l'utilizzo dell'antibioticoterapia per lunghi periodi e in casi più complessi si può effettuare il trattamento chirurgico.